Il Circolo più titolato d'Italia

Il Club Scherma Torino per la sua tradizione e storia, rappresenta oggi, dopo più di 140 anni dalla sua fondazione, un centro di interesse e prestigio per la città di Torino sia dal punto di vista architettonico che dal punto di vista sportivo. La ristrutturazione completa dei suoi locali, inoltre, ha ridato al Circolo lo splendore degli anni ’50 convalidandone il fascino. Il Club Scherma Torino, ad oggi, si può infatti considerare uno dei circoli più importanti d’Europa, oltre che il circolo schermistico più titolato d’Italia.

La nascita del Club Scherma

Il 17 marzo 1844 veniva costituita ufficialmente la Società Ginnastica Reale di Torino, la prima d'Italia, e il 18 agosto dello stesso anno si inaugurava la prima palestra d'Italia, tra il Viale del Re ed il Valentino. Nel nuovo sodalizio appena fondato, bisogna inserire la primitiva attività di scherma; infatti nel 1845, venne proposto un vero e proprio corso. L'anno successivo il Conte Ricardi di Netro trovava in zona Valdocco un locale dedicato esclusivamente alla scherma. Nel 1879, veniva fondato a Torino il Club Scherma, per opera di un gruppo di gentiluomini del tempo, con la partecipazione dei Principi di Casa Reale. Dopo la ginnastica ed il canottaggio, in Piemonte prendeva vita ufficialmente anche la scherma. Ancora, nei primi anni del ‘900, non possiamo dimenticate il Maestro Luigi Colombetti che dedicò i trentatré anni più fecondi della sua inesauribile attività al Club Scherma Torino.



Le Olimpiadi del Novecento

Le Olimpiadi dei primi decenni del Novecento furono la grande occasione e il luogo privilegiato per la verifica dei valori in campo. Un socio di rilievo del Club, Paolo Ignazio Thaon di Revel, campione d'Italia nel 1920 e nel 1921, conquistò la medaglia d'oro nella spada a squadre alle Olimpiadi di Anversa del 1920, insieme a Nedo e Aldo Nadi.
Sempre nella spada, alle Olimpiadi di Parigi del 1924, era medaglia di bronzo l'ingegnere Giovanni Canova, in squadra con Bertinetti, Cuccia, Basletta, Mantegazza e Moricca. Nella stessa Olimpiade conquistava la medaglia d'oro nella sciabola a squadre anche un altro socio, il maggiore Renato Anselmi, che si sarebbe distinto nella stessa specialità con due nuove medaglie d'argento, ad Amsterdam nel 1928 e a Los Angeles nella X Olimpiade del 1932.



La II Guerra Mondiale

Fin dagli ultimi decenni dell'800 i problemi erano essenzialmente legati al reperimento degli spazi adatti alle gare, l'istituzione di incontri e di tornei, la scelta dei maestri e, non ultimo, nel 1933 il reperimento di giovani nei ruoli dirigenziali. Il Presidente marchese Ferrero di Ventimiglia, dopo essere stato in carica 19 anni, diede le sue irrevocabili dimissioni e a sostituirlo fu il prof. Achille Mario Dogliotti, celebre chirurgo torinese, socio dal 1924 e campione piemontese di fioretto negli anni '28-'30. Il prof. Dogliotti contribuì a consolidare le fortune del Club e ricoprì la carica di Presidente fino al 1956. Il vero e drammatico problema furono le bombe della seconda guerra mondiale: la sede di via Ospedale fu colpita, le strutture e le attrezzature furono distrutte e la Società di fatto dispersa.

Il dopo guerra

Ma ecco il 1953. La vecchia "Palazzina delle Glicini", proprietà del Comune di Torino, un edificio carlalbertino di elegante fattura neoclassica, ubicato nel Parco del Valentino, fu strappata al polveroso oblio e venne restaurata, ampliata e trasformata opportunamente dall'architetto Aldo Morbelli. Il CONI, a proprie spese, attrezzò la palazzina per farne un centro schermistico all'avanguardia, creando anche i campi da tennis e la piscina, tutt'ora esistenti, e la consegnò al Comune di Torino. Nel dopoguerra, con l'appoggio dell’èlite cittadina, degli Agnelli, dei Focardi, dei Treves e di altri tra cui lo sciabolatore Filogamo e il già citato professor Dogliotti si gettava il seme di una vera rinascita sportiva.