“LA CITTÀ VUOLE 140 MILA EURO”: IMBARCO PEROSINO A RISCHIO SFRATTO

23 marzo 2021 - Qui di seguito l'articolo pubblicato de La Stampa di oggi, sul rischio sfratto di un altra storica attività presente nel parco del Valentino:

TORINO. «Sfrattati in zona rossa». C’è scritto questo sullo striscione affisso ieri mattina di fronte all’Imbarco Perosino». Ad oggi pochi passi avanti nella trattativa tra Città di Torino e il ristorante, che potrebbe essere sgomberato da un momento all’ altro. E andare così incontro a un triste destino come tanti altri luoghi storici del Valentino. In realtà un accordo c’è, ma è difficile da raggiungere: «Non possiamo divulgare i dettagli - dice Anna De Coster - Ma quello che ci chiedono è infattibile. Dovremmo sborsare svariate decine di migliaia di euro per rimanere fino al 2023, e poi partecipare al bando. Una somma impossibile da recuperare, soprattutto ora che siamo in zona rossa e non stiamo praticamente lavorando. Probabilmente neanche con il ristorante pieno tutte le sere saremo in grado di raggiungere la cifra stabilita per non essere sfrattati».

La storia, in verità, è molto più complessa: nonostante due sentenze e una causa in corso in Cassazione, i proprietari del ristorante sulle rive del fiume non sono riusciti a trovare una quadra. Il nonno di Anna, Alberto Perosino, maestro d’ascia nel 1937, aveva acquistato i muri della struttura in legno sul Po. Successivamente, la legge regionale del 1977 aveva reso i terreni limitrofi alle sponde d’acqua di proprietà demaniale, ma solo dieci anni fa il Comune ha deciso di applicarla nei confronti della famiglia Perosino, aumentando il canone d’affitto. Proprio per questo è stata poi imbastita una causa contro la Città. Da qual momento la morosità ha portato la famiglia De Coster a rischiare lo sgombero.

«È sbagliato dire che non abbiamo più pagato: abbiamo solo rifiutato l’aumento. Abbiamo appeso questo striscione - prosegue Anna - per protestare: è impensabile chiedere uno sforzo così grande di fronte a un momento difficile per tutti. Mia madre è nata qui, ormai ha 82 anni e sperava di morire in casa sua. Ora chiediamo aiuto ai torinesi e inizieremo una campagna di Crowdfunding per raccogliere una parte della somma richiesta dal Comune: servono 138 mila euro per chiudere l’accordo. Speriamo nel buon cuore dei nostri amici, dei nostri clienti e di tutti i torinesi. Sarebbe un peccato dover andare via e lasciare questo posto. Abbiamo visto tutti cosa è successo agli altri locali che sono rimasti vuoti per mesi. E io non accetto di assicurare un destino simile alla nostra casa». Intanto, dalla Città chiariscono: «Si tratta di un piano di rientro per recuperare i debiti nei confronti dell’amministrazione - spiega l’assessore all’Urbanistica, Antonino Iaria - Speriamo che la raccolta fondi abbia successo: questo garantirebbe ai locatari di rimanere almeno fino alla fine della concessione».

Ecco il link per la campagna di Crowdfunding:

https://salviamoimbarcoperosino.starteed.eu/

https://salviamoimbarcoperosino.starteed.eu/

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